Cos’è l’organicismo in psicologia?

Sei uno studente iscritto alla facoltà di psicologia presso l’Università online Niccolò Cusano di Frosinone? Probabilmente hai già sentito parlare di organicismo in ambito psichiatrico.

Con la nostra guida di oggi, vogliamo approfondire l’argomento per capire insieme cos’è l’organicismo in psicologia.

Vedremo insieme come e quando è nato questo modello di pensiero e quale percorso ha avuto nel tempo, a fronte della nascita di teorie contrapposte.

Se l’argomento è di tuo interesse, ti consigliamo di continuare a leggere.

Cos’è l’organicismo in psicologia

organicismo in psicologia seduta

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Prima di capire cos’è l’organicismo in psicologia, cerchiamo di fare chiarezza sul concetto di organicismo. Con questo termine si indica ogni dottrina, filosofica, sociologica o antropologica, che riconosce una sostanziale analogia tra mondo naturale, mondo umano e sociale. In psicologia, l’organicismo rappresenta quell’indirizzo di studi che considera le malattie mentali come il prodotto di fattori organici.

Tale indirizzo di studi si riferisce quindi a quelle teorie che prospettavano l’azione di elementi organici (anatomici, fisiologici, biochimici) nel determinare fenomeni psichici e psicopatologici.

Prima che ci fosse l’avvento della psicoanalisi di Sigmund Freud, quasi tutta la psichiatria si basava su questa idea. Si riteneva infatti che il sorgere di psicopatologie fosse legato a lesioni fisiche o alterazioni, anche in misura insignificante, del sistema nervoso.

Rientrano nell’organicismo psicologico:

  • l’antropologia criminale di Cesare Lombroso
  • la scuola di psichiatria di Emil Kraepelin
  • il costituzionalismo di Nicola Pende, Giacinto Viola, Achille De Giovanni

Ancora oggi, anche se con toni più placati, il dibattito tra organicisti e antiorganicisti è tuttora presente.

Sono state soprattutto le teorie psicoanalitiche e della psicodinamica a mettere in dubbio le teorie organicistiche e a sollevare il dibattito tra le due correnti di pensiero.

I fondamenti delle teorie organicistiche

Come sono nate le teorie organicistiche in psicologia? Le origini di tale pensiero sono da ricondurre ad una prima fase della psicoanalisi. Siamo intorno alla seconda metà dell’Ottocento, in Germania, quando nella psichiatria organicista si diffuse la concezione anatomo-fisiologica della malattia mentale. Si voleva cioè trovare il fondamento organico della malattia mentale.

Ciò significava organizzare una conoscenza sistematica dei sintomi, promuovendo una sistematica classificazione delle varie malattie mentali.

La psichiatria affermava pertanto la supremazia del cervello. Le malattie mentali venivano considerate malattie cerebrali che dipendevano dalla conformazione del cranio.

Avere un problema psicologico voleva dire avere una malattia cerebrale rintracciabile a livello somatico, come una lesione o una degenerazione del tessuto cerebrale.

L’organicismo rappresentava una psichiatria che possiamo definire apsicologica, ovvero una  psichiatria privata  della componente psicologica. Anche la figura dello psichiatra era differente. Egli altro non era che un anatomo-patologo del cervello. Il suo compito era condurre un’indagine psicologica che serviva semplicemente ad arricchire, con strumenti oggettivi, il quadro sintomatologico del paziente a livello sensoriale-percettivo. Lo psichiatra si serviva di mezzi quali esperimenti di psicofisica, di cronometria mentale e tempi di reazione.

In conclusione, con l’organicismo parliamo di un tipo di psichiatria che trattava l’organismo patologico in sé piuttosto che la persona. Ad essere analizzati erano segnali somatologici e non psicologici.

Quanto detto finora è il contrario di ciò che avviene oggi. Sappiamo infatti che le psicopatologie non sono dovute a deformazioni mentali o cerebrali, piuttosto al modo in cui evolvono i processi del linguaggio e del pensiero.

Psicologia dinamica e psicologia organicistica

Abbiamo detto che a mettere in dubbio la psicologia organicistica fu soprattutto l’avvento della psicologia dinamica. Ovvero la convinzione, diffusa ormai tra la maggioranza degli specialisti, che la maggior parte delle nevrosi provenga da un conflitto psichico.

Alla base vi sarebbe l’idea freudiana del costante conflitto fra desiderio e difesa. Con ciò intendiamo un conflitto fra un movimento verso un oggetto ed una serie di impedimenti dati dalla morale e regole comportamentali apprese.

I fondamenti della psicologia dinamica

La psicologia dinamica indaga sugli aspetti dinamici e non su quelli strutturali della psiche. Queste teorie pongono infatti l’accento sulle componenti dinamiche della psiche, ovvero componenti motivazionali ed emotive che costituiscono la personalità, rispetto alle componenti cognitive.

Gli aspetti dinamici della psiche e dei sistemi di forze psichiche interne in continua interazione sono in contrapposizione agli aspetti statici e strutturali.

Il concetto biologico di istinto viene superato da quello psicologico di pulsione.

Nel XX secolo si segna quindi la crisi del modello organicista che vedeva nella causa organica il motivo di un sintomo psicologico come effetto diretto. Malattie mentali e patologie assumono significati diversi; stesso discorso per la causa organica contrapposta alla causa psichica.

Una sindrome è un insieme di sintomi che non hanno una causa certa di natura biologica. Per questo, il funzionamento psichico non è determinato da meccanismi biologici, ma è influenzato dall’interazione dinamica di sistemi affettivi e motivazionali. La malattia si risolve sulla dimensione biologica, mentre la sindrome si risolve sulla dimensione psichica.

L’argomento che abbiamo affrontato oggi è assai complesso ed è sicuramente di grande interesse per chi nutre una forte passione per questo settore. Se desideri una carriera in ambito psicologico scopri perché scegliere un master dopo psicologia può essere utile.

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