Quali sono le mansioni dell’ingegnere biomedico?

Sei in procinto di scegliere la Facoltà Universitaria e desideri sapere quali sono le mansioni dell’ingegnere biomedico? Allora sei nel posto giusto. In questa guida ti spiegheremo cosa fa un ingegnere biomedico, in cosa consiste il suo lavoro e cosa devi sapere se sei interessato ad intraprendere un percorso di studi in Ingegneria Biomedica.

Quella dell’ingegnere biomedico è una figura molto richiesta dalle aziende che operano nel settore farmaceutico e sanitario. Come dice la parola stessa, l’ingegnere biomedico è anzitutto un ingegnere. Grazie alla sua formazione, infatti, egli è in grado di conciliare le teorie e i metodi tipici dell’Ingegneria Industriale con alcune precise competenze legate al mondo della sanità e della ricerca. Ossia di risolvere problemi di natura medico-biologica attraverso le tecnologie e le pratiche tipiche dell’Ingegneria.

Vediamo insieme di cosa si occupa nello specifico.

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L’ingegnere biomedico: chi è e cosa fa

L’ingegnere biomedico non è un semplice ricercatore. Egli opera all’interno del sistema sanitario e rappresenta una figura fondamentale per la progettazione di apparati medicali e di diagnostica e di altri dispositivi artificiali utilizzati in campo medico, per l’elaborazione e il trattamento di dati e per lo sviluppo di protesi e organi artificiali. Ma vediamo più da vicino qual è il percorso per diventare ingegnere biomedico.

Ingegnere biomedico e Università

Per svolgere questa professione è necessario intraprendere un percorso universitario in Ingegneria Industriale ad indirizzo biomedico. L’Università Telematica Niccolò Cusano a Frosinone propone un corso di Laurea Triennale in Ingegneria Biomedica finalizzato ad offrire ai propri iscritti solide conoscenze e reali competenze nel campo della realizzazione di impianti e sistemi biomedicali.

Il piano di studi prevede l’insegnamento delle discipline matematiche e fisiche di base, della chimica e dell’informatica. E delle discipline caratterizzanti, quali lo studio delle macchine e degli impianti ospedalieri, dei biomateriali e dell’ingegneria tissutale, della modellazione e della simulazione biomeccanica.

Nel corso della sua formazione, quindi, l’ingegnere biomedico acquisisce competenze relative ai sistemi biologici e fisiologici, ai materiali biomimetici, all’ingegneria dei tessuti biologici.

Egli è in grado di utilizzare metodi ingegneristici, modelli matematici e tecnologie informatiche per sviluppare materiali biocompatibili e per progettare, montare e collaudare componenti, macchinari e attrezzature biomedicali.

Tra i prodotti del lavoro dell’ingegnere biomedico possiamo citare:

  • Organi artificiali;
  • Protesi e ausili per persone disabili;
  • Biomateriali per l’ingegneria tissutale;
  • Dispositivi e apparecchiature diagnostiche e terapeutiche (per esempio apparecchi per l’elettrocardiografia, pacemaker, robot chirurgici);
  • Modelli per lo studio di sistemi biologici;
  • Strumenti per la CAS (chirurgia assistita da computer).

I compiti dell’ingegnere biomedico

Come abbiamo visto, le mansioni dell’ingegnere biomedico non si limitano alla ricerca e allo sviluppo.

In sostanza, volendo fare una sintesi, egli si occupa di:

  • Progettare dispositivi e tecnologie per la disabilità, protesi e organi artificiali;
  • Gestire i servizi di ingegneria clinica e le apparecchiature biomedicali negli ospedali;
  • Installare, collaudare e riparare macchinari e strumenti biomedicali;
  • Sviluppare metodi di elaborazione e trattamento dei dati, segnali e immagini biologiche e mediche;
  • Produrre documentazione tecnica (per esempio manuali e report);
  • Formare il personale che deve utilizzare le nuove apparecchiature;
  • Ideare e ottimizzare la progettazione di attrezzature sportive;
  • Elaborare metodi quantitativi per lo studio di sistemi biologici e fisiologici, tecnologie informatiche per la gestione dei dati sanitari, sistemi di telemedicina.

Per farlo, l’ingegnere biomedico spesso collabora con altri professionisti e ricercatori, come i medici e il personale ospedaliero, ma anche con i tecnici e con gli utenti finali delle tecnologie progettate, in modo da raccogliere feedback rispetto alle soluzioni attuate.

Infine, tra le mansioni dell’ingegnere biomedico c’è anche quella di programmare la produzione e di analizzare e valutare i costi, ovvero di realizzare piani di fattibilità tecnica ed economica e per verificare la redditività di quanto progettato.

Carriera lavorativa

Se scegli di studiare Ingegneria Biomedica, gli sbocchi possono essere numerosi. Quella dell’ingegnere biomedico è infatti tra le migliori carriere sanitarie che esistano. Tra i profili professionali più richiesti ci sono quello di specialista di prodotto, di progettista di strumentazione biomedica e di organi artificiali e protesi, di ingegnere clinico, di ingegnere per lo sport e per la riabilitazione, di ingegnere specialista in bioinformatica e telemedicina.

In generale, è molto raro trovare degli ingegneri biomedici disoccupati. Infatti, in virtù delle competenze acquisite, essi possono trovare lavoro nell’intero settore delle industrie ad alta tecnologia, non soltanto in quelle farmaceutiche e biomedicali, ma anche in quelle meccaniche ed elettromeccaniche.

Conclusioni

Se sei una persona flessibile e accurata, appassionata di tecnologia, capace di lavorare sotto pressione, disposta a cooperare con gli altri e se possiedi una buona capacità di problem solving e buone doti comunicative, allora la carriera dell’ingegnere biomedico può fare al caso tuo. Se quello di diventare un ingegnere biomedico è il tuo sogno, non ti resta che metterti a studiare per raggiungere il tuo traguardo. Noi non possiamo che augurarti in bocca al lupo!


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