Come si calcola l’IVA? Tutti i passaggi da seguire

Hai dei dubbi e ti stai chiedendo come si calcola l’IVA? In questo articolo cercheremo di darti le risposte che cerchi. 

Partiamo col dire che ci troviamo davanti ad un calcolo percentuale. Come dici? Non sai di che si tratta? Te lo spieghiamo subito. Il calcolo percentuale è un metodo di calcolo definito mediante percentuali e prevede di esprimere una parte di un totale in centesimi, riscrivendo le frazioni con un semplice numero intero o decimale, seguito da questo simbolo %.

Ti sarà capitato di sentir dire “l’IVA è al 22%” oppure “il prezzo del pane è aumentato del 3%”: ecco questi sono esempi concreti di calcolo percentuale. Prima di addentrarci nel mondo dell’IVA, è opportuno dare una definizione di percentuale, intesa come una frazione con al denominatore un valore pari a 100 ed al numeratore un certo valore: il rapporto tra i due numeri indica quante unità di 100 soddisfino una certa condizione.

Vediamo un esempio concreto. Vuoi sapere a quanto corrisponde il 20% di 600? Semplicissimo:

20:100×600 = 120

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Il mondo dell’IVA

Calcolare correttamente l’IVA non è difficile: ti basterà capire il metodo e per te diventerà routine. Come? Esistono le calcolatrici? È vero, ma è sempre bene tenere allenata la mente. E allora prenditi qualche minuto e leggi il nostro articolo. 

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Definizioni e storia

L’imposta sul valore aggiunto, meglio conosciuta come IVA, è un’imposta adottata da sessantotto paesi del mondo e applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione e di scambio di beni e servizi. 

Il 25 marzo 1957, l’Italia stipula con Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, due accordi tra cui quello che sancisce la nascita della Comunità Economica Europea. Tra gli obiettivi prefissati vi è quello di armonizzare il sistema fiscale, portato avanti nel 1965 col successivo Trattato di fusione (vedi direttiva 67/227/CEE).

Nella direttiva si descrive un sistema comune di imposta che:

“consiste nell’ applicare ai beni ed ai servizi un’imposta generale sul consumo esattamente proporzionale al prezzo dei beni e dei servizi, qualunque sia il numero di transazioni intervenute nel processo di produzione e di distribuzione antecedente alla fase dell’imposizione”.

Dopo aver rimpiazzato undici imposte e bolle antecedenti con la legge 825 del 1971, l’aliquota ordinaria applicata alla maggior parte dei beni e servizi, ha subìto diversi cambiamenti: 

– 12% nel 1971-72;                 – 20% nel 1997;          

– 14% nel 1977;                        – 21% nel 2011;

– 15% nel 1980;                       – 22% nel 2013.

– 18% nel 1982;

– 19% nel 1988

Le imposte indirette sugli scambi (dette “sugli affari”) occupano un posto di rilievo nei moderni ordinamenti tributari, alla luce del notevole gettito che assicurano. Difatti, in Italia, l’IVA fornisce quasi il 30% degli incassi tributari dello Stato e circa il 60% di quelli delle imposte indirette. 

Caratteristiche dell’IVA

L’IVA è un’imposta sui consumi, il cui calcolo si basa sull’incremento di valore che un bene o servizio acquista a ogni passaggio economico, ovvero il valore aggiunto, a partire dalla fase di produzione del bene o servizio fino al suo consumo finale.

Nel valore aggiunto sono comprese eventuali accise, ovvero tasse sulla produzione o fornitura che il venditore scarica sul consumatore finale: mentre per il soggetto passivo d’imposta, come l’imprenditore, l’IVA resta neutrale, questa rappresenta un costo solo per i soggetti che non possono esercitare la detrazione, e dunque per i consumatori finali.

Quindi prima di vedere come si calcola l’IVA, vediamo quali siano i due protagonisti:

  • Consumatore finale, ovvero il contribuente di fatto che, pur non essendo soggetto passivo dell’imposta, ne sopporta l’onere economico;
  • Contribuente di diritto, di norma un imprenditore o un professionista, che ricopre il ruolo di soggetto passivo d’imposta, sebbene questa per lui resti neutrale.

Dunque, l’IVA è un tributo di tipo impositivo:

  • Generale, perché tendenzialmente colpisce tutti i beni e servizi, tranne quelli espressamente esonerati dalla normativa;
  • Trasparente, perché distinguibile in occasione di ciascuna operazione;
  • A pagamenti frazionati, in quanto ad ogni passaggio il fisco incassa una frazione del tributo totale spettante.

Affinché un’operazione sia assoggettata ad IVA, devono essere rispettati dei presupposti:

  1. Oggettivo:cessione di beni o di prestazione di servizi;
  2. Soggettivo:deve essere effettuata nell’esercizio di imprese, arti o professioni, mentre non sono soggette a IVA le vendite tra privati; 
  3. Territoriale:deve essere effettuata sul territorio statale.

Al momento impositivo, ovvero quando le operazioni si considerano eseguite e l’imposta deve essere applicata, nasce il debito d’imposta nei confronti dello Stato ed il soggetto passivo è chiamato a versarla all’Erario secondo le liquidazioni previste. Inoltre, al momento impositivo decorrono i termini previsti dalla legge per adempiere agli obblighi contabili. 

Come calcolare l’IVA?

calcolo percentuale

Eccoci finalmente arrivati: come si calcola l’IVA? Partiamo col dire che il calcolo dell’IVA serve a calcolare, a partire da un’aliquota, che è un valore percentuale applicato sulla base di un valore imponibile del bene o servizio, il prezzo finale di un bene.

Il calcolo dell’IVA viene effettuato a partire dal valore reale della merce e dalla sua classe merceologica. Se invece hai comprato un bene e vuoi sapere quale sia stata l’incidenza dell’imposta, dovrai utilizzare lo scorporo IVA, ma su questo argomento torneremo più avanti. 

I termini che devi conoscere sono:

  • Imponibile:valore esentasse di un bene o servizio;
  • IVA:tassa percentuale calcolata sull’imponibile;
  • Totale:somma delle due suddette voci. 

Dunque, partendo dal valore dell’imponibile, puoi calcolare l’IVA utilizzando questa formula:

IVA = imponibile x 22 : 100    (in questo caso abbiamo supposto l’IVA al 22%).

Calcolata l’IVA, ti basterà sommare questo valore all’imponibile per ottenere il totale:

Totale = Imponibile + IVA

Vediamo un esempio. Supponiamo che tu debba comprare un prodotto dal valore di 1000 € e che sia prevista un’imposta del 22%. 

IVA = 1000 x 22 : 100 = 220

Totale = 1000 + 220 = 1220 ßprezzo finale del bene

Supponiamo ora, che a seguito di alcune lavorazioni, il prodotto abbia un valore di 1200 €. Al momento della vendita il consumatore finale pagherà al venditore una somma pari a à1200 € x 22 : 100 = 264, ovvero 1200 + 264 = 1464.

In base a quanto detto precedentemente, il commerciante verserà all’erario la differenza tra 264 – 220 = 44 €, ovvero l’IVA che il commerciante ha ricevuto dal consumatore finale al netto di quella versata inizialmente per l’acquisto del prodotto iniziale.

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Lo scorporo IVA

Ed eccoci all’ultimo paragrafo della nostra guida su come si calcola l’IVA.

Parliamo di scorporo IVA, un calcolo grazie al quale si sottrae dall’importo pagato l’ammontare dell’IVA. In questo modo potrai conoscere la cifra da corrispondere al Fisco e la base imponibile del bene. 

È un’informazione fondamentale per verificare la proporzione di crediti e dei debiti nei confronti di fornitori e Fisco. 

Per effettuare lo scorporo IVA puoi utilizzare questa formula: 

100 : aliquota IVA = base imponibile : importo lordo

Ricorda: l’importo lordo corrisponde a quello effettivamente versato (netto + IVA), mentre lo scorporo viene effettuato in funzione del valore 100 + IVA.

Ipotizziamo di aver acquistato un prodotto da 250 € (importo lordo) e che l’IVA sia al 22%. 

IVA = 100 x 22 : 100 = 22 

Quindi: 

100 : 122 = base imponibile : 250 à(250 x 100)/122 = 204,91 € (base imponibile)

In questo articolo ti abbiamo offerto la risposta alla domanda “come si calcola l’IVA?”. Adesso tocca a te, mettiti alla prova. 


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